top of page
Cerca
lettureinsalotto

I nostri giorni alla casa delle farfalle: la terza tappa del review party

Buon pomeriggio a tutti, carissimi lettori! Grazie alla fantastica Marts into the books abbiamo avuto l'occasione di partecipare al review party del nuovo libro di Shanti Winiger, I nostri giorni alla casa delle farfalle. Abbiamo letto il romanzo, edito da Monadori, che ringraziamo di cuore, in anteprima.


E oggi vogliamo parlarne con voi. Prima, però, un accenno di trama, se non conoscete il libro...


Trama di "I nostri giorni alla casa delle farfalle"


La vita di Libby è piena di "ma": lavora in un supermercato, ma vorrebbe fare l'attrice; vive una vita tranquilla, ma vorrebbe avere sempre le farfalle nello stomaco; ama il suo fidanzato, ma forse non le basta più. E quando i suoi occhi incrociano per la prima volta quelli blu di Niko, suo collega di lavoro, Libby capisce che forse è arrivato il momento in cui tutti quei "vorrei" che affollano la sua vita comincino a diventare realtà.


Le sue certezze iniziano a sgretolarsi ed è proprio durante una crisi che Libby si imbatte per caso nel misterioso gruppo di sostegno su relazioni e sessualità organizzato dall'affascinante psicoterapeuta Marina Beaufort. In un modo o nell'altro, tutti i compagni del gruppo sono dipendenti dall'amore. C'è chi non riesce a fare a meno del brivido della conquista, chi è desideroso di usare l'amore o il sesso per capirsi e capire il mondo, chi lo usa per fuggire dai propri problemi.


E poi c'è Libby, che ha sempre concepito l'amore in modo romantico, con il colpo di fulmine e tutto il resto, che misura i suoi sentimenti in base a quanto sangue perde il suo cuore, e che se non soffre si dice che allora no, non era un amore meritevole di essere vissuto.



Il nostro parere


"[...] Così si sentiva, contraffatta. Aveva smesso di essere un pezzo autentico e se ne stava lì, ammirata dai frequentatori della mostra, ignari di chi avessero di fronte. Anche lei, quando si guardava, non capiva più con chi avesse a che fare. Anni a studiare recitazione non le avevano insegnato a rinoscere la verità in se stessa, ma solo a rappresentarla. Assurdamente aveva l'impressione di essere più vera recitando, che nella vita."


Dobbiamo ammetterlo, all'inizio il libro ci aveva catturate completamente. La scrittura di Shanti, pur avendo dei tratti acerbi che rendono evidente la sua prima esperienza seria con un romanzo, è comunque adatta a quello che vuole raccontare. E la storia della sua Libby aveva tutte le carte in regola per diventare avvincente.


Tuttavia, superata la metà del romanzo, abbiamo iniziato a ricrederci, fino ad arrivare alla conclusione di non poter dare più di tre stelle a I nostri giorni alla casa delle farfalle, seppure a malincuore. Sì, la trama è interessante, intrigante quanto basta, ma manca qualcosa. Quel dettaglio in grado di arpionare il lettore e intrappolarlo in mezzo alle pagine.


Insomma, manca proprio quel di più che dovrebbe farti dire: "Vorrei dimenticarlo per poterlo rileggere dall'inizio". Purtroppo, I nostri giorni alla casa delle farfalle non possiede quel di più.


Ma la cosa che ci ha fatto storcere il naso e ha bloccato a tre stelle il nostro giudizio è una in particolare: il modo in cui viene affrontato il tema del poliamore. [Se non avete ancora letto in libro ma intendete farlo, FERMATEVI QUI, perché seguiranno spoiler sulla trama!]


Libby arriva a un punto della sua vita in cui crede di poter essere poliamorosa, al punto che ne parla anche con il suo ragazzo e decide insieme a lui di provare ad aprire la coppia. Ma prima si informa, parla con persone già poliamorose da tempo, e crede di aver trovato il suo posto nel mondo. Però, nel momento in cui si trova davanti la concretezza di ciò che a chiesto, e vede il suo ragazzo con un'altra, capisce che è una dimensione che non fa per lei. Che, insomma, è monogama convinta e che non accetta più quella stessa cosa che aveva chiesto.


Ora, sia chiaro che non è questa la cosa sbagliata. Anzi, Shanti ha affrontato questo cambiamento di pensiero in modo delicato e corretto, senza immettere in Libby e Adam quei comportamenti tossici e abusanti che in situazioni come queste potrebbero emergere. E ne siamo contente, soprattutto perché sappiamo quanto Shanti, nella sua vita, sia attiva per proporre un modello sano di relazione.


Forse quello che non ci ha permesso di apprezzare a pieno il suo sforzo di parlare del poliamore, orientamento che ancora oggi viene considerato anormale e sbagliato, è il fatto che sia successo in così poche pagine. Infatti, I nostri giorni alla casa delle farfalle è lungo appena 168 pagine. In uno spazio così esiguo è impossibile parlare come si dovrebbe di qualcosa di complesso come il poliamore.


Conclusioni


L'idea di base era buona, le intenzioni erano ottime, ma crediamo che un romanzo un po' più corposo, con il quale il lettore avrebbe avuto modo di intrattenersi, ma anche di imparare qualcosa, sarebbe stato più funzionale per la storia che Shanti ha voluto raccontare.


Le tappe del review party


Ecco qui le prossime tappe del review party! Potete trovare anche le precedenti, nel caso ve le foste perse.



Le tappe del review party

26 novembre: Guardo e scrivo

27 novembre: Letture in salotto

28 novembre: Boogie Bookie

29 novembre: Ros' Bookshelf

30 novembre: Francelovebooks

8 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Post: Blog2_Post
bottom of page