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Retelling Time: “Le Bugie che cantiamo alle onde” di Sarah Underwood.

Ciao Readers,

Come state? Oggi vi vorrei proporre una lettura che, sono certa, piacerà a tutt* gli amanti dei libri ispirati alla mitologia greca. “Le Bugie che cantiamo alle onde” è il libro d’esordio di Sarah Underwood, che con la sua prosa poeticamente cruda entra nei nostri scaffali già popolati da “La Canzone di Achille”, “Circe” e molti altri.

Potrebbe fare per voi?


Scopriamolo insieme partendo, come sempre, dalla trama.

Nel regno di Itaca ogni estate si compie un sacrificio barbaro: dodici fanciulle vengono impiccate sulla spiaggia per placare la furia del dio Poseidone. Leto è una di loro: ostinata e tenace, ha tentato fino all'ultimo di sottrarsi a quel patibolo ingiusto, ma non ce l'ha fatta. Eppure la morte non sembra troppo interessata a portarla via con sé. Infatti, la ragazza si risveglia su un'isola misteriosa, dove è accolta da Melanto, una creatura dalla bellezza soprannaturale. È quest'ultima a spiegarle che i sacrifici di Itaca hanno origine in tempi lontani, da quando le dodici ancelle di Penelope vennero accusate di tradimento e uccise per ordine di Odisseo, e infine gettate nel mare. Un atto feroce e ingiusto che fece imbestialire Poseidone al punto che di lì in poi, come riparazione per quelle morti innocenti, pretese, ogni anno, il sacrificio di dodici fanciulle dell'isola. Una maledizione che perseguita le giovani donne di Itaca ormai da secoli. Ma esiste una possibilità per spezzarla una volta per tutte, questa maledizione: occorre uccidere l'erede al trono, il principe Mathias. Per riuscirci, Leto e Melanto dovranno entrare a far parte della corte e guadagnarsi la fiducia del ragazzo. Ma le cose non vanno come previsto. Divisa dal crescente amore che prova sia per Melanto sia per Mathias, Leto dovrà scegliere la strada da seguire: spezzare la maledizione, rinunciando a Mathias ma salvando migliaia di vite, o lasciare che le maree del destino li sommergano tutti.

Il mio parere.

La prima cosa da dire su “Le Bugie che cantiamo alle onde” è che ci porta fin dalle prime pagine, nel vivo dell’azione e nelle atmosfere della Grecia antica. E proprio questi primi capitoli sono esemplificativi dello stile di scrittura lirico ed a tratti aspro dell’autrice.


La trama riesce ad appassionare e ad intrattenere, portandoci a voltare pagine su pagine senza quasi accorgersene. Complici anche una triade di personaggi intriganti e ben approfondita, punto forte di tutta la narrazione e voci narranti ed alternate all’interno del libro.


I capitoli sono mediamente brevi ma ben strutturati e, se contiamo che il romanzo è uno stand-alone, diventa proprio la lettura perfetta a tema retelling mitologico.

Gli elementi “fantastici” non mancano di meravigliare e stupire, così come il “triangolo amoroso” tiene alta l’attenzione e vivo l’interesse nel corso della lettura.

Come già anticipato, “Le Bugie che cantiamo alle onde” tratta anche tematiche forti e dolorose come (TW) sacrifici umani, suicidio e violenze. Nulla di nuovo soprattutto per chi come me, ha letto diversi retelling di mitologia antica. Una vera e propria “tragedia” greca dove si sente forte e prepotente il potere del Fato, quel destino da combattere ad ogni costo per poi trovare la pace nell’accettarlo.

In conclusione, un buon romanzo di debutto per la Underwood che ci regala una storia ricca e non banale perfetta da inserire nel nostro scaffale dedicato ai retelling.

Ringraziamo di cuore Libri Mondadori per la copia in omaggio e le nostre compagne di RP per la lettura condivisa.


Seguite il party anche sugli altri blog per leggere tante bellissime recensioni!

Buona lettura!

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